venerdì 6 agosto 2010

Ricevo e pubblico volentieri la lettera dell'On. Antonio De Poli




Cara Azar,
un sentito ringraziamento per la tua partecipazione alla Summer Camp dei Giovani UDC a
Jesolo. Il tuo intervento, sempre preciso e puntuale, è stato importante per un’analisi ad
ampio raggio sulle esperienze dei giovani nel mondo e come queste possano essere utili
affinché si possa essere protagonisti attivi di un cambiamento.
Spero di poterti avere graditissima ospite anche in futuro.
Cordialmente
on. Antonio De Poli

lunedì 2 agosto 2010

Young Summer Camp di Jesolo


Jesolo, una piccola città di mare a ridosso di Venezia nei giorni tra il 23 e 25 Luglio ha ospitato
sulle sue spiagge nel tratto che affianca la sede della croce rossa italiana, un seminario
organizzato dalla gioventù veneta dell'Udc, in cui hanno partecipato un centinaio di giovani attivisti
del partito.
L'esperienza di questo seminario per me è stato straordinario, anche perchè ho potuto conoscere
persone meravigliose e giovani con tanto entusiasmo vivere questa manifestazione in un rapporto
molto familiare.
Il primo giorno è stato innanzitutto il momento di arrivo nelle camere, ma il vero lavoro
è iniziato sabato con un dibattito in cui ha partecipato Gianpiero Zinzi, coordinatore nazionale dei giovani
dell'Udc, successivamente i partecipanti sono stati suddivisi in diverse sezioni ed hanno proseguito
il loro lavoro.
Io sono intervenuta nella sezione internazionale come oratore sul fondamentalismo islamico
e sul rapporto dei giovani in Iran, in questa riunione la mia collega Barbara Graffino, ha aperto la discussione
parlando della questione iraniana e della situazione in cui vivono i giovani e in particolare le donne
e mi ha posto una serie di domande su come è la società iraniana e qual'è il grado di partecipazione della
gente nel sostegno al regime dei mullah. Inoltre altri giovani mi hanno posto altre domande come, cosa
ne penso delle sanzioni e sull'hejab. Nella mia risposta io ho cercato di spiegare che il fondamentalismo
islamico iraniano è un nuovo fenomeno distruttivo e nocivo per qualsiasi società civile, aggiungendo che l'islam
applicato dall'attuale regime di Ahmadinejad non è assolutamente compatibile con il vero spirito dell'islam
che è anni luce lontano dalla violenza e dalle discriminazioni.
Alla domanda di un partecipante che mi chiedeva dei giovani al dissenso contro il regime dei mullah, ho
risposto che noi dobbiamo essere fieri che i nostri coetanei con le mani vuote e senza l'uso della
violenza hanno sfidato un regime barbaro, fondamentalista e misogeno che ha sfidato qualsiasi norma
e i diritti essenziali dell'uomo e che ha sparato in piena luce ad una ragazza di nome Neda che era
scesa in piazza per reclamare i suoi diritti negati durante le elezioni dello scorso Giugno.
Ho sottolineato inoltre che l'Islam del regime iraniano è il nemico numero uno dell'umanità ed in particolare
delle donne.


La notte del secondo giorno, un piccolo tratto di fronte alla sede della croce rossa si era illuminato con delle
piccole candele che davano un atmosfera molto poetica alla festa serale dei partecipanti del seminario che è proseguito
fino a notte fonda.

Il terzo giorno del nostro seminario è iniziato con la Santa Messa diretta da un prete arrivato da Milano 2, in cui
mio padre ha partecipato con gran piacere.
Lui mi ha raccontato dopo, che dopo la fine della messa, aveva parlato con il prete confessandogli che
era stata la prima messa vista nei suoi 31 anni di permanenza in Italia.
Dopo questa solenne cerimonia religiosa è iniziato l'appuntamento più importante, in cui
ha partecipato il nostro presidente Casini, che prima di entrare nella sala si è trattenuto coi giornalisti
in cui chiedevano previsioni sulla politica italiana. In questo dibattito, moderata dalla giornalista di TeleChiara, il presidente,
ha risposto a tutte le domande dei presenti, in particolare ad una domanda specifica sulla tolleranza nei confronti di
coloro che vogliono portare le loro le leggi fondamentaliste e religiose in Italia, il presidente con tanto coraggio
e fermezza ha detto che noi non gli permetteremo mai di portare le loro norme fondamentaliste misogene e religiose
in Italia, in particolare le leggi che discriminano le donne.

Secondo me questo seminario un esperienza molto positiva sia per dare l'occasione agli amici del partito di conoscersi
e di scambiare delle opinioni e delle proposte e in più è stato un gran piacere ascoltare il presidente da vicino
e in un ambiente familiare e averlo subito dopo alla mensa e consumare un buonissimo pasto preparato
dai volontari della croce rossa veneta a cui và la mia riconoscenza e gratitudine.


Infine desidero ringraziare 3 persone meravigliose che ci hanno assistito in questo seminario,
il primo l'On. Roberto Rao, On. Antonio De Poli e la mia carissima amica Marta che infaticabilmente
ha lavorato per rendere speciale i tre giorni fantastici che abbiamo trascorso a Jesolo.

Azar Karimi

martedì 18 maggio 2010

MANIFESTAZIONE CONTRO IL REGIME DEI MULLAH A ROMA

INVITO ALLA MANIFESTAZIONE
PER PROTESTARE CONTRO L'IMPICCAGIONE DEI PRIGIONIERI POLITICI IN IRAN
PER PROTESTARE CONTRO LE CONDANNE A MORTE DI 6 PRIGIONIERI POLITICI, FAMILIARI DEI MOJAHEDIN DEL POPOLO RESIDENTI NEL CAMPO DI ASHRAF
L'UNIONE DELLE COMUNITA' IRANIANE IN ITALIA VI INVITA A PARTECIPARE AD UN MANIFESTAZIONE DI PROTESTA DI FRONTE ALL'AMBASCIATA IRANIANA A ROMA.
GIORNO E ORARIO: MERCOLEDI 19 MAGGIO DALLE 14 ALLE 16
LUOGO: ROMA DI FRONTE ALL'AMBASCIATA IRANIANA IN VIA NOMENTANA NUMERO 363

UNIONE DELLE COMUNITA' IRANIANE IN ITALIA

giovedì 13 maggio 2010

BREVE INTERVISTA DI AZAR KARIMI CON IL SETTIMANALE FAMIGLIA CRISTIANA



PERCHةE' HANNO PAURA DELLE DONNE
«Nelle foto della protesta compaiono sempre le donne in prima fila, che innalzano slogan e mostrano striscioni. Le donne iraniane non si sono mai tirate indietro, per questo il regime di Teheran ha paura di loro». Azar Karimi è nata in Italia ventitré anni fa da genitori iraniani fuggiti per motivi politici dal Paese nel 1979, all’indomani della rivoluzione. Suo padre commercia tappeti persiani e presiede l’Associazione rifugiati politici iraniani in Italia; sua madre, interprete di farsi, guida l’Associazione donne democratiche iraniane in Italia. Azar, studentessa di Giurisprudenza a Roma, ha seguito le orme dei genitori: oggi è leader dell’Associazione giovani iraniani in Italia. «Il dissenso, in Iran, è sempre guidato dagli studenti e dalle donne. E magari questa rivolta di piazza servirà anche ad affermare i loro diritti». La protesta, spiega Azar, non ha un colore partitico: «Non si tratta di una manifestazione in favore di Moussavi – il candidato riformatore – e contro Ahmadinejad, bensى contro il regime in sé. Le elezioni sono state il pretesto per iniziare una vasta protesta contro il sistema teocratico per il ristabilimento di una vera democrazia».

Ahmadinejad o Moussavi, per Azar è la stessa storia: il sistema politico va cambiato alla radice. «Il popolo iraniano deve decidere una volta per tutte se vuole la democrazia. E lo deve fare non attraverso una guerra portata dagli stranieri, bensى attraverso una lotta interna, legale, con un referendum indetto sotto la vigilanza delle Nazioni Unite». Azar non ha mai messo piede in Iran, ma parla farsi e ama il Paese dei suoi genitori. «In quanto cittadina italiana potrei andare in Iran, ma avendo i genitori rifugiati politici la mia vita là sarebbe in pericolo. Voglio visitare quel Paese, ma lo farٍ solo quando sarà finalmente libero».

Giulia Cerqueti

sabato 8 maggio 2010

Dibattito a Palermo su liberta' e democrazia






SABATO 8 MAGGIO 2010







Dibattito al liceo scientifico Basile di Palermo organizzato dall'Officina delle Idee sulla "Democrazia e la libertà d'informazione in Italia e nel Mondo". Da sinistra Roberto Rao (Udc) componente della commissione di vigilanga Rai, Azar Karimi, presidentessa dei Giovani Iraniani in Italia, Giuseppe Piazzese (consigliere di circoscrizione) e Doriana Ribaudo (consigliere comunale).
"L'incontro è il primo di una serie d'iniziative chiamate Officine di Pace che terremo in scuole, parrocchie e sedi di associazioni - dice il presidente dell'Officina delle Idee Danilo Dominici -. Vogliamo confrontarci su alcuni valori e temi dati troppo spesso per scontati, in questo caso la democrazia. Lo vogliamo fare attraverso un parallelismo con l'Iran e approfondendo la questione della libertà d'informazione in Italia. L'esperienza della giovane iraniana siamo certi possa essere momento di grande riflessione".
Foto di Francesco Baiamonte

Onorevole Casini alla manifestazione per Iran nell'31 anniversario della rivoluzione